martedì 26 agosto 2008

Un po' di storia della chitarra battente e liuteria calabrese


Come la storia di ogni essere umano fa l'identità che individua l'originalità della persona, anche la storia di uno strumento musicale è importante perchè definisce di esso le caratteristiche e permette di amarlo ancora di più.

La chitarra battente, già in uso nei secoli XIV e XV, fiorì, oltre che in altre regioni italiane, quali il Veneto, soprattutto in Calabria.
Essa veniva così chiamata per il modo con cui si suonava: era usata in antico nelle tradizionali feste campestri ed i liutai che la fabbricavano venivano chiamati “chitarrari”.
Il nome di chitarra battente le deriva dal fatto che tutte le cinque corde debbono suonare assieme ad ogni battuta della mano: è quindi uno strumento particolarmente adatto per accompagnare il canto e le danze, molto usato fino ad alcuni decenni or sono in tutti i paesi della costa ionica.
Se ne costruivano di semplici, a buon mercato, e di artistiche, con finissime lavorazioni.
In Calabria l’arte della liuteria ebbe grandissimo sviluppo, assieme con quella dei vasari che è ancor oggi fiorente. Specialmente Bisignano può vantare una gloriosa tradizione nel campo della fabbricazione di chitarre battenti: i sistemi di lavorazione e tramandati dagli antenati agli attuali costruttori, dimostrano chiaramente l’antica origine di tale strumento, che forse è anteriore al liuto ed alla chitarra spagnola.
Réné Vannes, nel suo “Dictionnaire Universel des Lhutiers” (Bruxelles-Les Amis de la musique) dedica una gran pagina alla storia della famiglia De Bonis di Bisignano e ne segue i rami, per genealogia, dall’anno 1740. ma le origini sono molto più antiche e le radici si perdono in quella terra bianca e tenace.
Fondatore della dinastia (perché si tratta effettivamente di una dinastia di liutai) fu Vincenzo De Bonis (1780-1850), attualmente opera Vincenzo De Bonis (III) e Costantino De Bonis.

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Il liutaio di Bisignano

Il liutaio di Bisignano
Vincenzo De Bonis ritratto dalla pittrice Ileana Riggio